Tutti dietro a Chiara

di Costanza Miriano

Sono una privilegiata perché sabato mattina, nella Festa del Cuore Immacolato di Maria, ho assistito al funerale di Chiara Corbella Petrillo, e ho accompagnato una nuova sorellina in cielo, una sorella a cui vorrei andare dietro, mettendomi in fila, insieme alle mille persone che erano in chiesa, e alle migliaia che stanno imparando a conoscere la sua storia. Migliaia che presto saranno milioni, perché bonum est diffusivum sui, il bene è contagioso.

Conoscevo indirettamente Chiara da anni, attraverso una comune amica che mi raccontava le tappe della sua vita quando ci incontravamo davanti all’asilo o al parco. Questo mi ha aiutato a raccapezzarmi un po’, integrando con quello che sapevo l’omelia, della quale ho sentito credo una decima parte, a causa di un impianto audio difettoso ai piani superiori del matroneo. La chiesa infatti era stracolma, e noi sei – anche i bambini sono venuti e sono stati buoni oltre due ore, perché l’importanza del momento era evidente anche a loro – siamo riusciti a infilarci solo salendo le scale, e anche lì sopra solo la seconda fila era libera. Chiedo appunto a chi era sotto e ha sentito le parole di padre Vito e quelle del marito, Enrico, e quelle del cardinal Vallini di integrare con i commenti quello che ho perso, perché il chicco di frumento che ha accettato di morire porti più frutto possibile.

A concelebrare c’erano oltre venti sacerdoti, tra cui il nostro don Fabio Bartoli, e don Fabio Rosini, e con loro il cardinal vicario di Roma Agostino Vallini, come segno della presenza materna della Chiesa nei suoi più alti livelli. La chiesa di santa Francesca Romana, nel quartiere Ardeatino, era piena soprattutto di giovani e di famiglie, con tanti bambini.

Padre Vito, che negli ultimi tempi era andato a vivere con Chiara ed Enrico per sostenerli nella prova più dura, ha raccontato la storia di questa coppia. Si sono conosciuti a Medjugorje, e si sono presto sposati. La storia poi è nota, una prima bambina, nata senza cervello ma accolta fino alla morte naturale, arrivata a trenta minuti dalla nascita. Trenta minuti che sono stati sufficienti a battezzarla e circondarla d’affetto. Un secondo bambino che prima sembrava sano, poi a un’altra ecografia è apparso senza le gambe, e poi, in prossimità della nascita, si è scoperto destinato a morire subito. Di nuovo Chiara ed Enrico decidono di accoglierlo, lo mettono al mondo e lo battezzano. Due funerali celebrati senza smettere per un momento di credere, con “i nostri cuori innamorati sulla croce” che “solo Lui è la pace, e in Lui è la vita”, sono le parole di Enrico. Poi il terzo bambino, finalmente è sano.

Al quinto mese però diagnosticano a Chiara un carcinoma alla lingua, una forma grave e avanzata. Chissà se abortire per cominciare subito le cure avrebbe salvato la vita alla mamma, non lo sapremo mai, ma comunque per i genitori del piccolo Francesco la sua vita non si tocca. Ancora una volta c’è voluto coraggio per dire quest’altro sì, un sì che è stato possibile solo stringendo ancora di più l’alleanza con Dio. Un’alleanza che non viene dal nulla, che non è scienza infusa, ma qualcosa che si conquista giorno dopo giorno grazie a una regola che Chiara amava molto, quella delle tre p. Piccoli passi possibili. Francesco viene fatto nascere prima, ma comunque in modo che non sia in pericolo. Poi cominciano le cure. Ad aprile la sentenza: ormai Chiara è in fase terminale, inutile curarsi. Ha vinto quello che lei chiamava “il mio drago”. Lei, però, non è morta per suo figlio, lei ha dato la vita a suo figlio, ha detto padre Vito, che è tutta un’altra cosa. E poi, dopo avergli dato la vita, ha lottato con tutte le sue forze per continuare a vivere.

Quando torna a casa, dopo la sentenza, lei dice: “va bene tutto, la prova, la malattia, ma se voi fate queste facce, ‘gnela posso fa’”. Chiara infatti era sempre ironica e sorridente, sapeva scherzare anche in una situazione assurdamente tragica, se giudicata con parametri umani. Ma loro, venuti da un cammino di fede prima come singoli e poi come coppia, legati ai frati di Assisi (se non ho capito male quello del Servizio Orientamento Giovani) non guardavano niente da un punto di vista umano. Tutto sub specie aeternitatis. Però questa fede, ha detto più volte padre Vito, era stata conquistata piano piano, provata dalla croce e sempre rafforzata. E così Chiara è arrivata a dire che forse non chiedeva la propria guarigione, ma che suo marito e suo figlio fossero sereni durante la malattia e dopo la sua morte, e così tutte le persone che le vogliono bene. Per questo poco prima di morire Chiara aveva affrontato un viaggio a Medjugorje, al quale aveva invitato le famiglie degli amici: giovani coppie e tanti bambini. Era stata una grande fatica per lei, ormai molto malata, ma l’aveva fatta per aiutare gli altri ad accettare il dolore, a capire ai piedi della Madonna il senso della vita qui su questa terra.

Poi è morta felice, sì, felice, dice padre Vito che è stato con lei ogni momento, ed è stata vestita con l’abito da sposa. Felice, perché chi l’ha detto che la malattia e la morte sono il male assoluto? Dove sta scritto? Chiara è andata incontro al suo sposo, e anche Enrico ha lo stesso sposo, il Signore, che è fedele, e – scrive Enrico – me lo ricorda il nostro bambino. “Ho pensato che fosse finita la gioia, ma poi Francesco me l’ha ricordato, lui è la fedeltà di Dio, è l’amore che non delude, è la follia della croce dell’Amore semplicemente donata”.

Questa mattina stiamo vivendo quello che visse il soldato romano che, vedendo morire Gesù, disse “Costui era veramente figlio di Dio”, ha detto padre Vito. Chiara era “semplicemente” una figlia di Dio, che viveva in pienezza il suo abbandono nelle mani del Padre, e che da Lui ha accolto tutto con docilità, fermamente convinta che da Dio non potesse venire niente di male.

Il marito ha cantato, con una voce strepitosa, tante canzoni che avevano composto insieme durante la loro storia (lei suonava anche il violino); solo per la comunione (la nostra con una fila di due rampe di scale) ne abbiamo ascoltate diverse. L’ultima è stata Perfetta Letizia.

Alla fine Enrico ha letto una lettera scritta dalla mamma al bambino, adorato in questo anno che sono stati insieme (sotto l’altare una grande foto dei primi momenti di vita di Francesco, la mamma con la testa reclinata sul piccolo, addormentato): una lettera che un giorno lo renderà sicuro del grande amore ricevuto, ma un amore gioioso. “Vado in cielo ad occuparmi di Maria e Davide, e tu rimani con il papà. Io dal cielo prego per voi”. Poi il marito ha ricordato che Chiara non avrebbe voluto fiori (però la chiesa ne traboccava), ma che ognuno si portasse un regalo a casa, e così per ogni famiglia (non bastavano per i singoli, eravamo in troppi) c’era una piantina da portare a casa.

Alla fine il cardinale Vallini ci ha dato la sua benedizione solenne, e ha detto: “io non so cosa ha preparato Dio attraverso questa donna, ma è sicuramente qualcosa che non possiamo perdere, e ci ricorda di dare il giusto valore a ogni piccolo o grande gesto quotidiano”.

Ecco, da qui vorrei partire per aggiungere la mia piccola riflessione a quella che finora è stata – impianto audio permettendo – la cronaca. Ho ricevuto diverse chiamate e messaggi di amiche, e ho avuto un po’ la sensazione che qualcuno rischi di sentirsi come schiacciato da un esempio di santità raccontato come ineguagliabile. E le persone che si sono dette più indegne di fronte a Chiara sono proprio quelle che a me sembrano invece a loro volta esempi di santità. Donne e uomini che vivono le loro vite in modo coerente, fedele, eroico a volte, quando richiesto. Solo che a loro, a noi, Dio (per ora) non ha chiesto di attraversare prove simili. Ma non dobbiamo giudicare Dio, e neanche noi stessi. Non credo, da quello che so dalla mia amica e da quello che ho sentito di lei in chiesa, che Chiara avrebbe voluto comunicare questa distanza, non avrebbe voluto il santino, o la deriva agiografica.

Ognuno di noi è chiamato soltanto, e non mi pare poco, a stare ogni giorno al posto di combattimento, nella propria realtà così com’è, abbracciandola in ogni istante. Dio è il Dio del presente, Satana lo è del passato e del futuro. Non sappiamo perché a ciascuno di noi è chiesto quello che ci è chiesto, se morire a fettine o morire tutto insieme. I santi sono quelli che lasciano vivere Dio in sé, che gli danno spazio; perciò è bene guardare il loro esempio, ma solo se ci riporta più in alto lo sguardo, a Colui che ci ama così tanto che se lo sapessimo piangeremmo di gioia (“da soli non è possibile farcela”, ha scritto Enrico). Dare la vita è la chiamata di tutti, stare nell’istante è la nostra unica possibilità di essere fedeli a Dio. E per farlo è necessaria una compagnia di amici nella fede, come quelli, numerosissimi, che hanno avuto Chiara ed Enrico, che aiutino a guardare insieme verso la meta comune. Il cristianesimo è per tutti, perché per tutti è possibile lasciarsi scolpire, poco per volta o tutto insieme, come ha fatto Chiara, con il sostegno di Enrico, un vero uomo dalle spalle larghe, larghissime.

Sul perché del dolore, perché il male, perché la sofferenza degli innocenti, be’, è bene ascoltarle, le domande che questa storia ci ha riportato prepotentemente al cuore. La risposta a queste domande stabilirà che uomini e che donne saremo. Adesso abbiamo un’alleata in più, nella comunione dei santi.

***

L’audio del’omelia di padre Vito –  clicca QUI

135 pensieri su “Tutti dietro a Chiara

  1. Pingback: Ecco Chiara | Sposati e sii sottomessa

  2. angelina

    I santi sono quelli che lasciano vivere Dio in sé.

    Ottima cronaca, riflessione magnifica.
    Grazie, Costanza.

  3. Mi ha colpito molto la storia della vita di Chiara in questi giorni, avrei voluto essere al funerale, ma la nostra bimba ha deciso di nascere allo stesso orario. Durante il travaglio ho affidato mia moglie e mia figlia a Giovanna Beretta Molla e a Chiara. Tutto è andato bene e ringraziamo il Signore per questa fulgida testimonianza di vita cristiana!

  4. Roberta

    Io, maritozzo e bambini siamo andati. E’ stata una delle cose più belle che io abbia mai visto in tutta la mia vita. Davvero quando compare un cristiano si accende una luce che cambia tutte le cose. Di una bellezza difficile da raccontare..

  5. Gian

    Sono profondamente edificato da queste persone, Chiara ed Enrico, ma anche da tutti, i commenti delle persone che in questi giorni hanno conosciuto questa storia. Ieri sera un’altra persona, una nonna, attraverso FB chiedeva a delle suore di pregare per la situazione preoccupante della sua nipotina Beatrice, di 3 mesi, ricoverata in ospedale. Ho pensato che oltre che affidare questa bimba alla Madonna, fosse giusto anche recitare un Gloria anche a Chiara. Lei i suoi figli li ha amati ad oltranza e credo che la sua intercessione sia preziosa. Vedete.. la facciamo già lavorare!

  6. Costanza:
    Una domanda ingenua, non provocatoria, per capire, da parte di un non credente. Ma i Santi, in paradiso (a parte che credo quelli che sono in paradiso sono tutti santi) hanno più beatitudine delle altre anime normali, o uguale? Nel paradiso di Dante ci sono vari livelli di avvicinamento al Signore. Sarà così anche nel paradiso reale.?Chi più avrà patito nel nome del Signore più si avvicinerà? O ogni atto di amore e di sacrificio deve essere un atti gratuito che poi, forse, sarà più o meno premiato in questa (avere il centuplo) e nell’altra vita?

  7. Quindi vuole dire, che tutti, anche piccini, si sarà pieni uguale, quindi le cose non si fanno per il paradiso, che accumulando tanto bene sarà più pieno, tutti si sarà pieni nella misura in cui si sarà pieni, quindi uguale.

    1. angelina

      Più o meno è così Alvise, non ci sono graduatorie di merito: direi che tutti si sarà pieni nella misura in cui ci si sarà lasciati riempire. Lasciarsi riempire, il che presuppone un lavorio di svuotamento. Da che? Dai pensieri del mondo (la pompa del diavolo!), da un io ipertrofico…..possiamo lavorarci tutta la vita oppure vedercelo donato in un istante questo svuotamento, l’unica cosa che veramente possiamo fare è desiderarlo con tutte le forze di cui siamo capaci.
      Nessuno ha detto che sarebbe stato facile, che non sia indolore…..ma il premio è incommensurabilmente bello.

      solo morendo al mio egoismo, uscendo da me stesso, posso essere cristiano
      E la nostra sfida è vivere questo dono, vivere realmente (Che lectio!)

  8. Alessandra Mazzara

    ‘Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno
    ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici’

  9. Credo che bisognerà pregare molto per Enrico perché ora saranno anni ancora più difficili di quelli che ha passato. Ci saranno momenti di sfiducia e aridità. Chiara lo sosterrà dal cielo ma avrà bisogno anche di qualcuno quaggiù.

  10. renzo

    Grazie Signore per questa famiglia unisci a Te Chiara e fà che per il suo sacrificio siano salvate tantissime vite siano aperti tanti cuori siano consolati tanti dolori Grazie Enrico grazie a tutti

  11. 61Angeloextralarge

    Grazie Costanza per questo post! Chiara mi sta attirando tantissimo: è piena di quella luce che cerco in ogni istante, quella luce che mi manca interiormente perché sono molto umana e mi manca anche attorno. Mi mancano esempi quotidiani, per lo meno mi manca l’averli accanto, lo scambiarci ed il condividere la fede. Questo è uno dei motivi per i quali “bazzico” questo blog, il blog di don Fabio, di Karin, etc.: sapere che non sono un’isola e che la strada è questa, anche se tra alti e bassi.
    Un appello multiplo: la lettera che Chiara a scritto al figlio? Le parole del Card. Vallini? Quelle di Padre Vito? C’è qualcuno che riesce a procurarcele? Grazie di cuore!

    “le persone che si sono dette più indegne di fronte a Chiara sono proprio quelle che a me sembrano invece a loro volta esempi di santità”: quanto è vera questa cosa! Mi fa pensare a tanti grandi santi che più si avvicinavano a Dio e più si sentivano peccatori ed immeritevoli del Paradiso.

    1. 61Angeloextralarge

      La “nuova Gianna Beretta Molla”: se Gianna ha fatto tanto “chiasso” e ne sta facendo ancora, quanto ne sta facendo e ne farà ancora Chiara, in quest’epoca dove le notizie si divulgano con una velocità grandissima, di molto superiore della semplice carta stampata dei tempi di Gianna? Grazie ancora Chiara!

  12. Sergio

    una storia straordinariamente belle, testimonianza di fede struggente, ieri mattina c’ero a Santa Francesca Romana, ero solo in quanto mia moglie e la mia piccoletta Gaia Maria erano fuori…penso che il messaggio molto forte che è passato sia stato che CHIUNQUE può diventare Santo con l’aiuto del Signore con le tre P PICCOLI PASSI POSSIBILI.
    io è mia moglie ci siamo conosciuti a Medjugorje come Chiara ed Enrico e frequentavamo la Comunità Maria , con Chiara ho avuto modo si salutarla con Enrico ci siamo parlati qualche volta a qualche Convegno, la cosa che mi colpisce e che una persona così semplice e vicina a me…stià per diventare Santa, perchè Chiara Corbello diventerà Santa e sono felice di ave assistito iei ad un evento unico che cambierà il mio cuore per sempre,ne parlavo con un mio amico l’altro giorno…a volte roviniamo le nostre giornate o momenti con i nostri cari litigando e discutendo per cose futili, ebbene facciamo il gioco di quell’altro, ora qaundo arriveranno quei momenti penserò a quello che ha fatto Chiara. METTERE AL PRIMO POSTO IL SIGNORE, questo l’ho sempre saputo ho fatto vari cammini 10 Comandamenti, Gruppo Francescano ora Comunità Maria, ma ora penso che qualcosa sia scattato grazie a Chiara. un saluto a tutti pace e bene Sergio Trevisan

  13. Certo, un po’ d’indeguatezza davanti a certi esempi si prova… noi messi k.o. da un semplice mal di testa, noi talora più capricciosi dei nostri figli… bisognerebbe essere più semplici ed accogliere la nostre croci per quello che sono, sovente solo piccole spine irritative che porteremo tutta la vita. Vorremmo sceglierci anche le croci, certe volte… Nel bene le tentazioni sono molte, quella di essere un palestrato del sacrificio è sempre in agguato.
    Diceva San Josemaria: “”Pensando a quelli di voi che, mentre gli anni passano, ancora sognano — sogni vani, puerili, come quelli di Tartarino di Tarascona — di dar la caccia ai leoni nei corridoi di casa, dove al massimo si può trovare un topolino o poco altro; pensando a costoro, ripeto, vi ricordo che la grandezza consiste nel sostenere in modo divino il compimento fedele dei doveri abituali di ogni giorno, le lotte quotidiane che riempiono di gioia il Signore e che soltanto Lui e ciascuno di noi conosciamo.

    Convincetevi che, d’ordinario, non ci sarà posto per gesta abbaglianti, fra l’altro perché non ne avrete l’occasione. Invece, non vi mancano le occasioni per dimostrare nelle cose piccole, normali, il vostro amore a Cristo. Anche nelle piccole cose — commenta san Gerolamo — si dimostra la grandezza d’animo. Il Creatore, effettivamente, non lo ammiriamo soltanto in considerazione del cielo e della terra, del sole e dell’oceano, degli elefanti, dei cammelli, dei cavalli, e dei buoi e leopardi e orsi e leoni, ma anche degli animali più piccoli, come le formiche, le zanzare, le mosche, i vermiciattoli e insetti del genere che noi conosciamo più di vista che di nome; e in ognuno di questi esseri noi veneriamo un’identica ingegnosità divina. Così, un’anima votata a Cristo porta la sua attenzione, senza differenza, tanto alle cose grandi quanto alle più piccole [San Gerolamo, Epistolae, 60, 12].”

  14. Grazie per la pacata beltà di questa cronaca ragionata e per il sommesso calore dei commenti, pacificati e sereni.
    Ora dirsi lontani dalla santità sembra quasi un affermare il contrario, a sentire Costanza, ma più di lei conta quel Dio che ha detto che senza di Lui non si può fare nulla.
    Guardo smarrito a questo mistero di amore e santità e so che non riuscirei nemmeno a pensarlo nella mia vita, ma non ne sono atterrito. Ecco quello che mi sembra qualifichi i credenti è in quel fatto che il bene non va invidiato perché non è mai una sottrazione, una riduzione, un togliere a me: anzi è un dare, un moltiplicare. Perché, come ricorda Costanza, è diffusivum sui.
    E mi ricordo che quando, dopo che un predicatore a noi allora adolescenti avevo chiesto se fossimo pronti a morire per Cristo, chiesi spiegazione ad un sacerdote che dicendo che no, io non ero pronto, lui mi rispose che non ero pronto perché Dio non me lo chiedeva, perché ai cuori aperti la grazia giusta viene riversata nei momenti giusti.
    Ecco, questo mi consola perché vuol dire che il mio ditale (non riesco a pensare a una tazza più piccola) è pieno di quella Grazia che serve a tirare avanti in questo mio hic et nunc. Sempre che io non glielo chiuda con un coperchio di ermetico egoismo.
    Tutto allora risplende di più e non c’è paura o invidia, solo un eterno solare sorriso.

  15. Una cara amica mi ha ricordato questa frase di San Riccardo Pampuri:
    “Abbi grandi desideri, cioè desiderio di grande santità, di fare opere grandi; mira sempre più in alto che puoi per riuscire a colpire giusto: ma poiché non sempre sarai chiamato ad azioni gloriose, fa anche le cose piccole, minime, con grande amore”.
    Grazie Costanza per averci portato la “cronaca” della celebrazione di ieri, ma soprattutto grazie per averci riportati coi piedi per terra, almeno a me! che mi chiedevo in effetti cosa c’entrasse la storia di Chiara ed Enrico con me. Per ora non sono chiamata a gesti eroici, a sacrifici immensi, ma forse è più difficile vedere la possibilità di essere santi nelle piccole cose, nel “morire a fettine” come dici tu, perchè ci sembrano cose minime, tutto sommato noiose e poco attraenti. Ma da cui deve passare Cristo.
    E un grazie ad Alvise per la sua bella domanda sul Paradiso! io mi sento un po’ un ditale, non certo un secchio….intanto provo a svuotare quel piccolo spazio che sono…..

  16. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi » (Matteo 20, 8-16

    “…colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto. Venuto, infine, colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra; ecco qui il tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglieteli dunque il talento, e datelo a chi ha dieci talenti. Perché a chiunque ha, sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre: là sarà pianto e stridore di denti” (Mt 25,14-30; cfr. Lc 19,12-27)

  17. luigi di palma

    Queste prove che si attraversano nella vita fatte di dolore spesso incomprensibile in una logica umana a detta di molti sono la prova che Dio non esiste….ma io credo (e con me molti) che questi momenti sono quelli che rafforzano ancora di più la nostra Fede o se non consideravamo Dio nella nostra vita possono avvicinarci a Lui facendoci scoprire la grandiosità del Signore.Certo, non è per niente facile,ma con l’amore degli altri e la fiducia in Dio niente è impossibile o insuperabile…..come scrisse S. Paolo la vera Fede è come l’oro che si prova nel fuoco….così la Fede si prova nel dolore.
    Pregherò tanto per Enrico e il suo bambino….adesso hanno un angelo in più lassù nel cielo.

  18. “Tutti possono aspirare alla santità, la misura alta della nostra vita quotidiana”, diceva Giovanni Paolo II.
    Quanto è vero.
    A noi è chiesto solo di aspirare alla santità…ma la santità poi arriva come Dono da Dio.
    A noi è chiesto di dire Sì. Il resto è tutto Dono.

    E come si fa a non chiedere a Dio di diventar santi quando si hanno davanti esempi così?
    Il bene è contagioso, hai ragione Costanza…e smuove dentro al cuore un desiderio di Infinito. La gioia esplode e non possiamo più tenerla per noi.

    Questo fanno i santi oltre a vivere con Dio nella quotidianità: ti smuovono l’anima e ti radicano nel cuore un desiderio di Infinito. Un desiderio immenso di Dio.

    E Chiara fa questo.

  19. emerenziana

    Ripenso e ripenso in questi giorni alla testimonianza di Chiara ed Enrico…….IL Signore ha dimorato in questa famiglia da sempre……Chiara per me è un esempio da seguire sempre,sopratutto nelle difficoltà della vita……Grazie ancora Gesù perchè ci hai donato Chiara,colei che a pieno ha abbracciato la Tua Croce,fino a dare la propria vita,come Te Gesù, ci invit ii fare,per amarti totalmente…Chiara non ha calcolato nulla,non ha avuto riserve,si è donata a te completamente…….Grazie infinite…….Sosterrò Enrico nelle mie preghiere,perchè il Signore nostro sempre possa dargli tanta forza……….

  20. infinitomeno1

    Eravamo in tanti al funerale di Chiara, forse in troppi. Lo affermo provocatoriamente, perché una donna che sceglie di portare la propria croce con gioiosa consapevolezza come Chiara ha saputo insegnarci, in questo tempo, in questa società secolarizzata in cui tutti viviamo, è diventato un evento straordinario, un fenomeno fuori dalla norma; forse proprio per questo ci mette di fronte a tanti interrogativi ed ancor più ne accresce il valore.
    Mi ha colpito molto (forse perché non me l’aspettavo) l’enorme forza di Enrico nello stare accanto alla propria sposa, dove Dio lo ha messo, fino alla morte ed oltre.
    Probabilmente le parole che mi porterò dentro di questo meraviglioso miracolo di Amore sono quelle che Padre Vito ha riportato nell’omelia: la preghiera di Chiara di avere la grazia di accogliere la grazia.
    Quante grazie mi perdo poiché non le so riconoscere, non le so nemmeno vedere. Quante grazie vedo come dis-grazie nella mia vita ed invece sono occasioni di vita eterna puntualmente mancate.
    Le letture di oggi (non a caso) ci parlano di germogli, di semi che portano frutto, diventando maestosi alberi sui cui rami tanti possono trovare riparo (magari ce ne sarà uno pure per me…): che bella immagine della comunione dei Santi, seme che muore, sale che si scioglie, luce che si diffonde. E fa vivere il mondo.
    Poi certo, di fronte a tanta bellezza, a tanta pienezza, a tanta perfezione di vita posso soltanto provare un senso di una grandissima inadeguatezza ed ammirata gratitudine, con la speranza che una briciola di immensità riesca a penetrare anche in me.
    Grazie Chiara. Grazie Enrico.

  21. Didi

    La mia preghiera x Francesco ed Enrico. Ora Chiara sarà con voi anche nei sogni.
    Grazie Costanza! Hai fatto essere lì anche me.

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  25. Mi permetto di copiare qui questo testo nel quale sono stato taggato su FB da Vittoria Patti che riporta il pensiero di don Mauro Leonardi, un sacerdote scrittore che stimo e che prova a vedere attraverso la croce la vicenda della quale stiamo parlando.
    Anzi no.
    Più che la vicenda di Chiara, don Mauro guarda alle possibili strumentalizzazioni che, con finalità positive, ne possono nascere.
    Non ho le idee chiare, ma vedo del bene in questo anche perché credo che si debba vagliare per spremere sempre il buono.
    Mi rimetto anche ai vostri illuminati commenti.
    Grazie di cuore
    Paolo

    Mi sembra molto importante aggiungere un’osservazione di Mauro Leonardi – pubblicata in un commento nel suo blog – alla bellissima storia di Chiara Corbella, che tanti miei amici stanno condividendo in queste ore (mio marito Aurelio, Giovanna Maria Napoli, Annarosa Rossetto, Paolo Pugni, Costanza Miriano, Salvatore Mario Angelica e tanti altri). Scrive don Mauro nel suo commento (qui: http://goo.gl/QHdwD):
    Ho letto ieri su Avvenire la paginata del funerale di Chiara Corbella, 28 anni, articolo di Giovanni Ruggiero. Occhiello: “Aveva conosciuto il marito a Medjugorje. Poi due gravidanze conclusesi con la morte dei figli dopo poche ore di vita a causa di gravi malformazioni. Infine la gioia di un piccolo senza problemi e la malattia inguaribile”. Devo dirvi che ho provato un certo fastidio. Spero di non essere scomunicato da Avvenire (in fin dei conti le perplessità sono solo per quanto dice un suo giornalista) e da tutti voi per quanto sto per scrivere. Quanto sto per dire c’entra con il discorso della Croce fatto più volte in questa Discussione. Capisco che il caso di Chiara vada “cavalcato” giornalisticamente per rafforzare i valori in cui credono i cattolici e che toccano in particolare la vita. Di fatto Chiara è stato un’esempio eroico di donna che non abortisce, che ha rapporti sessuali aperti alla vita, e tante altre cose. Ma mi dà fastidio che Giovanni Ruggiero scriva: “Gli diranno, quando sarà grande e potrà capire, che sua madre è morta per farlo nascere; gli diranno pure di non sentirsi in colpa perché questa scelta sua mamma la fece senza esitazione, e gli diranno ancora che il coraggio di questa scelta nasceva da una fede chiara, limpida e infinita. Francesco ha compiuto da pochi giorni un anno e non sa che questa mattina sua mamma Chiara, ai piedi dell’altare, avrà l’estremo saluto del suo papà Enrico…”. Troppo semplicistico, molto banalizzante, qui si “evacua” lo scandalo della Croce. Mi è capitato di parlare con gente che ha assistito a una testimonianza di una figlia di Gianna Berretta Molla (la figlia sta a Francesco come Gianna sta a Chiara). Quelli che erano presenti hanno avuto l’impressione di trovarsi dinnanzi una persona disturbata, a disagio, un po’ strana. E’ troppo banale dire “non devi sentirti in colpa per tua mamma che è morta per te perché te lo dico io”. Non so se mi spiego. San Paolo dice “noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani” (1 Cor 1,23). Lo scandalo della Croce, caro Ruggiero, non può essere annullato. Proprio così “lo scandalo della croce” (Gal 5,11). Francesco dovrà fare i conti con questo scandalo e se noi cerchiamo di svuotare lo scandalo, di dire che non lo è, non lo aiutiamo. Francesco parte a handicap. Questa è la verità della sua vita. Poi si potrà dire tutto quello che si vuole: la Grazia, la gente, il papà Enrico, ecc. ecc. ma la verità nuda e cruda è che Francesco parte a handicap. Come una squadra che gioca una partita avendo l’arbitro contro.

    1. Con una madre così, con un padre così, con dei nonni così… non credo affatto parta ad handicap.

      Ma anche ammesso che parta ad handicap, diresti forse che la soluzione migliore era farlo fuori al quinto mese di gravidanza ? (ossia quando Chiara scoprì la malattia?)

      Io vorrei solo dire grazie per la sua vita, per la vita di Enrico e per essere stato al funerale… ho scritto sul mio Blog in proposito:

      http://chihaorecchieperintendereintenda.wordpress.com/2012/06/16/ho-un-seme-di-gioia-nel-cuore-grazie-chiara-ed-enrico-2/

    2. Paolo Pugni:
      hai fatto bene a mettere quella lettera. Strumentalizzazioni è un termine che di solito si usa (di solito) in senso negativo.
      Leggere di strumentalizzazioni con possibilità positive che possono nascere da questa vicenda di cui stiamo parlando mi fa un po’ senso. ma forse sono io ch ho capito male. Per qaunto riguarda S. Paolo, io, da semplice lettore delle Lettere, sono d’accordo sul fatto dello scandalo (in senso positivo )della croce e dell credenza in Cristo più in generale. Ripeto, lo dico da semplice lettore che cerca di vedre la logica interna del pensiero di Paolo che apprezzo come grande pensatore e scrittore. Ma forse qui, dove si parla di handicap si vuole intendere scandalo in senso etimologico, come inciampo, ostacolo, peso (la corsa a handicapcon un peso addosso). Ecco, io nel caso di questo bambino restato senza la mamma, vedo l’handicap di tutti i bambini che hanno perso la mamma, ma vedo anche la possibilità di vivere bene come tanti bambini senza mamma, che poi magari ne avranno una nuova che vorrà loro bene e con cui saranno contenti. L’importante, secondo me, è cominciare una vita nuova, sia lui che il suo babbo, una vita normale, semplice, come quella della massa delle tante persone che cercano di andare avanti il meglio che possono, con naturalezza, avanti.

      1. intelligente commento il tuo Alvise, e vorrei precisare anche per aldejes che in nessun mondo il commento di don Mauro possa essere inteso come un invito all’aborto. Semmai il contrario.
        Lo leggo come una attenzione, forse eccessiva, al ricordo della croce che non è separabile dalla gioia cristiana.
        La strumentalizzazione in positivo va spiegata, hai ragione Alvise: intendo dire che per uno slancio (forse eccessivo anch’esso?) al sottolineare il bene parrebbe che il giornalista di Avvenire suggerisse a questo bambino che ha anche di più dei bambini normali, con due genitori. Ennò mi sembra dire don Mauro: ha una mamma in meno, non indoriamogli la pillola, non finiamo per dare a lui la colpa di una vita da vivere con le difficoltà… diciamo le cose come stanno: la santità è intrinsecamente legata alla croce, adesso una scheggia di questa croce è su di te, bimbo mio, e devi imparare a portarla.
        Il che, se è così, mi sembra molto sensato.

    3. 61Angeloextralarge

      Paolo: concordo con don Mauro. La realtà è la realtà, non possiamo né dobbiamo romanzarla, anche se si parla di grazia di Dio, anzi, proprio per questo. Il piccolo Francesco, anche se sono sicura che Chiara lo ama di un’amore capace, è comunque un bambino che crescerà senza la madre e quindi parte svantaggiato e non di poco. Tra l’altro, stiamo attenti a non romanzare troppo la figura di Chiara (che mi sta attirando tantissimo, come ho già detto): un figlio che cresce con un genitore che è “troppo importante” come figura, cresce bene? Credo che cresca sentendosi in ombra. A maggior ragione crescere all’ombra di una madre che c’è, ma non la si vede perché “non è qui”. Non so se mi sono spiegata bene.

    4. In risposta a Paolo Pugni, mi sembra plausibile che Francesco possa avere un handicap, qualsiasi bambino che perde la mamma a un anno di vita correrebbe questo rischio. Questo non vuol dire che debba per forza andare così, soprattutto dal punto di vista di chi crede nella Grazia, e ha visto la vita incarnarsi nella storia di queste persone, Francesco può crescere sufficientemente sano e felice. Del resto, se nemmeno per noi non è immediato aprirci al fatto che Cristo ha dato la vita per noi, non sarà immediato per lui aprirsi al fatto che qualcuno ha fatto lo stesso. Penso che la risposta a questo timore, più che la paura di strumentalizzazioni (da parte di chi? in nome di che cosa?), sia quella di pregare per lui, e sperare. Vedendo Enrico cantare, e la Grazia che ha ricevuto anche lui, credo e spero che Francesco possa crescere bene, anche se la santità della madre potrà essere un confronto non facile, come del resto non è mai facile per un qualsiasi figlio il confronto con un genitore anche semplicemente importante o famoso. Io penso che chi era al funerale, non possa non sperare per il meglio.

  26. Pingback: Ciao Chiara. | Il mio mondo sui passi di San Francesco

    1. infinitomeno1

      Triste e sfortunata? Scusa ma non credo proprio che Chiara si sia mai considerata così.
      Non era una ragazza triste, affatto, anzi era lei a tirar su di morale chi le stava intorno, a quanto pare.
      Quanto alla sfortuna, se credi a Dio ed al suo progetto su ognuno di noi allora la fortuna, la sfortuna, la casualità e i grattaevinci della vita non sono nemmeno da prendere in considerazione.

      1. 61Angeloextralarge

        Mi dispiace leggere in alcuni blog: “Sul web gira la tristissima storia di Chiara Corbella”…

  27. Gianni

    Chiara mi hai fatto rivivere le stesse emozioni di gioia e dolore provate con la salita in cielo di Giovanni Paolo II.

    1. Mi hai fatto tornare in mente un episodio che racconta George Weigel: «Father Jay Scott Newman, pastor of St. Mary’s Catholic Church in Greenville, South Carolina, had left his rectory and the television coverage of the Pope’s death to go over to his church and hear Saturday afternoon confessions. Some time later, he called a friend and reported that he’d just had “the most remarkable three hours of my priesthood.” Six people who hadn’t been to confession in between thirty and forty years had come to St. Mary’s to receive the sacrament of reconciliation. After welcoming them home, Father Newman asked each penitent why they had picked that moment to return. In each case, it was the death of the Pope. As Father Newman put it, “it’s only been four hours since he died, and the grace is already pouring out.”»

      [da George Weigel, God’s choice. Pope Benedict XVI and the Future of the Catholic Church, http://www.keepandshare.com/doc/3411617/god-s-choice-pdf-january-6-2012-1-50-am-3-4-meg?dn=y ]

  28. Grazie Costanza per il tuo resoconto di questo momento cosi forte. Anche se penso che le parole non possano bastare. Ho visto alcuni video su youtube e ho letto alcuni post come il tuo insieme a mia moglie (ebrea). Siamo rimasti molto colpiti…. Penso che la storia di Chiara e Enrico sarà un seme nella vita di molti…

  29. Francesca

    Gentile Costanza,
    è stato molto delicato scrivere “eravamo troppi single” anche se sei sposata,
    come mai la piantina è stata data solo alle famiglie?
    Non sarà che la Chiesa giudica male i single?
    Grazie
    Francesca

    1. admin

      gentile Francesca:
      le piantine, visto il grandissimo numero di persone presenti al funerale, erano in numero insufficiente perché ogni partecipante ne potesse avere una; è stato fatto perciò un appello affinché ogni famiglia ne prendesse una sola, per lasciarne anche a chi invece era venuto da solo (Costanza ha scritto “singoli” non “single”), quindi l’esatto contrario di quello che ha detto lei.
      Inoltre le piantine erano un dono di Enrico e Chiara non della Chiesa.

      PS per la cronaca Costanza non è riuscita a prendere neanche una piantina.

  30. Quello che soffro è il lunedì di questa storia. La domenica è l’esaltazione della croce, la gloria di Dio, la santità di Chiara. Il lunedì è il raffrontarsi con le piccole croci con la grande sete di eternità scaturita da questa vicenda. In una situazione analoga sarei tentato di chiedere a Dio di portarmi in Paradiso il prima possibile.

  31. E’ anche chiaro da questa storia che noi siamo nati per la vita eterna. Quello che non capisco è che ad alcuni la vita su questo mondo riserva prove di sofferenza grandissime, ad altri riserva pochi respiri, altri non riescono neppure a venire alla luce, altri vivono barcamenandosi e continuamente tentati dal peccato. Bisogna essere sempre pronti e vigili con la lanterna accesa. Io che sono un mezz’uomo, uno che se la prende con il Monti di turno, uno che si affloscia oziosamente sul divano, un marito che se vede passare un bel fondoschiena non si gira dall’altra parte, che fine farò? Dio avrà pietà di questa miseria? Come potrei illudermi di poter far compagnia un giorno ai santi?

  32. Andrea

    Io credo che la tentazione di sentirsi inadeguati sia perché guardiamo di Chiara la sua “bravura”, e invece io credo che dovremmo guardare a noi stessi per capire l’origine del nostro desiderio di essere come lei (e non perché siamo diversi). Chiara era così perché amava Cristo ed era tutta in Lui compresa ed è questa la cosa affascinante per la nostra vita: vedere la possibilità realizzata di gioia e serenità.
    Altrimenti rischiano di crearci un alibi di impossibilità, quasi che essere santi sia un dovere moralistico e non una conseguenza di un amore alla nostra felicità piena che solo in Gesù trova compimento.

    C’è un lavoro da fare e contemplare il volto dei santi ci rende più chiaro il cammino.

  33. Come non credente io non riesco a trovare nessuna spiegazione “razionale” al male e al dolore.
    Il male e il dolore vengono come viene la pioggia il sole il caldo e il gelo. Per noi esseri umani l’unica è
    cercare di affrontare le privazioni il dolore la morte con coraggio e speranza che sia meglio nel futuro anche attraverso i
    nostri sforzi. Chi crede non dico che stia meglio di chi non crede, ma almeno si può illudere (o essere certo)che tutto abbia un senso e si concluda in un altro mondo di gioia. Di fronte alla vicenda così drammatica di questa mamma non posso fare a meno di pensare a tutte le disgrazie e i dolori che accompagnano da sempre la vita dell’uomo. Che lo vogliamo o no percorriamo tutti la stessa strada. Mi auguro per voi credenti che abbiate ragione e troviate un giorno l’eterno riposo in cielo come io lo troverò sottoterra.

        1. «… E tu, cui lungo
          amore indarno, e lunga fede, e vano
          d’implacato desio furor mi strinse,
          vivi felice, se felice in terra
          visse nato mortal. …»

    1. FilippoMaria

      E no, caro Alvise! O andiamo tutti sottoterra o andiamo tutti incontro al Signore… non è che la “risoluzione” finale cambia a seconda del proprio credo! La risposta te la dà Chiara stessa. Nel video della sua testimonianza ad un certo punto dice, con una semplicità disarmante:
      “Il Signore mette la verità dentro di noi e non c’è possibilità di fraintenderla”.

      Alvise, suvvia, lasciati tormentare dolcemente da questa vicenda di Chiara! Almeno un po’… è bello starci male, come sta succedendo a me; di fronte a questa testimonianza piena di luce riesco a vedere meglio le mie ombre!
      Chiara sta passando al setaccio la mia fede!

      1. Filippo Maria:
        aut – aut, certo. Ma io, anche fosse, incontro al Signore non ci vorrei mai andare. Non mi riuscirebbe mai di riconoscerlo come mio padre. Mio padre, se mi è permesso dirlo, era tutta un’altra cosa, in ogni senso.

        1. FilippoMaria

          … anche il Padre di Gesù Cristo, col battesimo anche Padre nostro, è tutta un’altra cosa rispetto a quello che riusciamo solo lontanamente a pensare o a immaginare. Sarà Lui a riconoscere te, non ti preoccupare! Buona giornata!

        2. Optimus Potor

          «Ci sono uccelli notturni, come il gufo e la civetta, il cui occhio è fatto per vederci di notte al buio, non di giorno. La luce del sole li accecherebbe. Questi uccelli sanno tutto e si muovono a loro agio nel mondo notturno, ma non sanno nulla del mondo diurno. Adottiamo per un momento il genere delle favole, dove gli animali parlano tra di loro. Supponiamo che un’aquila faccia amicizia con una famiglia di civette e parli loro del sole: di come esso illumina tutto, di come, senza di lui, tutto piomberebbe nel buio e nel gelo, come il loro stesso mondo notturno non esisterebbe senza il sole. Cosa risponderebbe la civetta se non: “Tu racconti fandonie! Mai visto il vostro sole. Noi ci muoviamo benissimo e ci procuriamo il cibo senza di esso; il vostro sole è un’ipotesi inutile e dunque non esiste”.»

  34. Mario De Siati

    Quando ho saputo la notizia ho scritto queste 2 righe ad Elisa (sono stato a ROma per quasi 20 anni e ora sonoa a Milano)
    Carissima Elisa,
    oggi ho saputo che Chiara è partita per il paradiso.
    Come puoi immaginare, non sapendo nulla dei suoi precedenti dolori, è stato un vero colpo al cuore. Pensando a te ai tuoi e ad Enrico.
    Condivido con voi questo grande dolore, ma devo anche dire (sapendo che tutti prima o poi dobbiamo partire da questa terra) che assieme al dolore si è unita una gioia, quella di aver conosciuto una santa.
    La sua semplicità e il suo nascondimento che la rendeva ancor più bella a immagine di Maria, mi ha fatto scoprire fino in fondo chi fosse veramente Chiara.
    Grazie a Dio, grazie a lei e grazie a voi per aver trasformato il dolore in amore e aver fatto della morte la resurrezione: Francesco ne è il testimone fin da questa terra.
    Ho trovato nell’archivio delle foto che testimoniano quanto era bella la sua presenza (con te ed Enrico) fra noi del coro di Gesù al Centro.
    Ricordo che una volta per una festività della settimana santa mi sono trovato nella chiesa della Madonna del Buon Consiglio con Chiara, con te e la tua mamma e forse anche il papà.
    Di quella messa mi è rimasto un ricordo di voi :la vostra figura “regale” che solo il cielo può dare. Eppure tutto era così semplice.
    Così scopriamo che la santità è fra noi perché Gesù non è solo nel tabernacolo o nella lettura della Parola, ma è vita fra noi: è il Santo fra noi che ci fa santi.
    Così vivendo si diventa santi insieme. Penso se Chiara ha potuto raggiungere questa vetta è perché ha vissuto con Gesù presente in mezzo a voi.
    Anche voi avete contribuito alla sua santità e anche noi se pur indegni e lontani, ma inseriti nel Corpo Mistico, ne siamo partecipi.
    Con un grandissimo abbraccio a te alla mamma,al papà e ad Enrico che ho cercato ripetutamente per telefono.
    Vi saluto in Chiara affidandoci a lei ora che tutto può.
    Vostro Mario De Siati
    333.2993178

  35. Io credo che voi crediate, voi bisogna che crediate che io non creda e che sia anche io pari vostro come essendo anche io in fondo una forma di vita, come i griili, le cicale, le rane, i corvi etc…o non sono una forma di vita anch’io?

      1. Marco De Rossi

        Certo che crediamo che tu non creda.
        Tu non credi in Dio, ma Dio crede in te, e ti ama cosi’ come sei adesso.
        Che poi credere che Dio esista non e’ sufficiente.
        Anche Satana crede nell’esistenza di Dio.
        Tu comunque non sei “una forma di vita”, un “animale”, sei un uomo creato da Dio e pensato da Dio fin dall’eternita’.
        E se mi ricordo bene qualche tuo precedente commento, sei anche stato battezzato per cui sei diventato figlio di Dio.
        E come tutti quanti noi, siamo chiamati ogni giorno a rinnovare il nostro si’ all’amore di Dio per noi, basta poco per farci dire no e se diciamo no, Dio ci lascia liberi non ci obbliga, ma lui desidera che noi diciamo si’ perche’ ci vuole vedere felici.
        Se accogliessimo il suo progetto che lui ha per noi, la nostra vita sarebbe una cosa meravigliosa, ed invece spesso ci accontentiamo di vivacchiare alla meno peggio.

        1. Marco De Rossi

          Tutti quanti noi vogliamo essere il DIo della nostra vita, sappiamo cosa e’ giusto e cosa non e’ giusto che ci accada.
          Anche da un film “leggero” si possono trarre messaggi edificanti.

          1. Marco De Rossi

            e a proposito del libero arbitrio e del fatto che Dio ci lascia liberi di amarlo o meno:

        2. L’ho già detto, non credo, ma se credessi mi rifiuterei di credere in un Padre che fa tanto del male alle sue creature.
          Se lui volesse non ci sarebbe bisogno di patire per “guadagnarsi” la gloria dei cieli.
          Ma come si permette il Papa di dire alla bambina giapponesie che un giorno capiremo il bene che c’era dietro al male del terremoto? Ma come è ammissibile un disorso del genere. Quanto il fatto che anche lui, Cristo, dice, ha patito, lo ha fatto per scelta sua personale, essendo lui Dio, che c’entriamo noi? Pensateci bene, con serietà.Che c’entriamo?
          Quale padre che avesse patito e conoscesse la soffrenza permetterebbe che patissero i suoi figlioli, se avesse il potere che non patissero? O non ce l’ha il potere? Come stanno le cose?

          1. L’ha fatto per noi, ha patito per noi, per questo c’entriamo con la sua Croce e ogni persona la sperimenta sempre questa scelta, Dio ci fa fatti liberi di fare il male e farlo patire agli altri o di prenderlo sulle nostre spalle (col suo aiuto, è un giogo leggero, e Chiara lo ha dimostrato) secondo il suo esempio, sapendo che quanto ci succede quaggiù è appunto solo una prova di ciò che riceveremo.
            Nella teologia cristiana (consiglio di leggersi il catechismo) ci sono le risposte più esaustive agli interrogativi da lei posti che hanno interesato praticamente tutte le persone di questo mondo. Io una risposta più esauriente e coerente non l’ho mai trovata e non ho nemmeno la presunzione di sapere tutto, per questo più che dire “come si permette il Papa di dire che vicini a Dio conosceremo i misterI dei suoi piani”, mi chiedo come si permette di dire “che Dio non esiste e se esiste è cattivo”, ci ha mai pensato?

            1. San Luigi: (che tra l’altro il mio nome Alvise vuol dire Luigi)
              Certo che mi permetto. Prima cosa perché non mi sento di offendere nessuno se cerco di ragionare.
              Seconda cosa è una domanda che tutti si sono fatti quella sulla cattiveria di Dio (se Dio esistesse) e non tutti hanno trovato la stessa risposta.3 Il fatto (presunto)che lui abbia sofferto per noi non mi sembra che abbia portato a grandi risulati sul piano del patire spaventoso degli esseri umani in tutti i modi più terribili.
              4 uno può credere e è giusto che creda a quello che vuole, ma no pretendere sia vero perché lui ci crede.
              Dio non è e non è così come c’è scritto sul catechismo perché è così, ma è così e c’è scritto sul catechismo perché quelli che hanno scritto il catechismo credono che sia così.
              (lei sa andare a cavallo?)

              1. MI sbrigo che inizia il secondo tempo. Se mi permetto io non ho detto nulla di quanto mi imputa, anzi per primo ho detto che la sua domanda non era originale, io parlo delle risposte a quelle domande e quella che ha dato lei (non era una domanda come lascia intendere quì) è la meno logica di tutte, un pò so andare a cavallo…Ah i risultati delle agire di Cristo in noi sono visibili nei Santi e, se mi posso permettere anche se è prematuro, anche in Chiara.
                Buona serata e che S. Luigi la illumini, tra poco è anche il suo onomastico.
                Armando

    1. “Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà”.
      Ma questa mamma ha dato la vita per Cristo? Pensiamoci bene a quello che diciamo.

      1. Alessandro

        Mi pare proprio che Chiara abbia perso la propria vita per Cristo, cioè abbia affidato la propria vita a Cristo senza riserve. Che altro significherebbe, altrimenti, perdere la propria vita per Cristo?

            1. Credo che siano in tanti (in interiore homine) e noi non lo sappiamo e loro non vogliono che si sappia.
              Potrebbe essere? O te vorresti che si rivelassero per essere esempio agli altri? E se loro non vogliono?

              1. Alessandro

                è difficile che non ci si accorga che uno sta affidando la sua vita a Cristo senza riserve. Non c’è bisogno di dichiarazioni pubbliche, di rivelazioni sfolgoranti: la sua stessa vita è eloquente.

                1. Io invece credo che ce ne siano tanti di questi “santi” in incognito che siamo noi a non volere riconoscere in quanto non si fanno riconoscibili. Per loro farsi riconoscibili sarebbe quasi non essere più santi, e noi allora non li possiamo riconosciamo, se non in quanto persone buone, e restano non conosciuti.
                  O basta essere una persona buona per essere riconosciuto santo?

  36. Cristina

    ciao!è tantissimo che non scrivo ma questa storia mi ha profondamente toccata e provocata perchè mi constringe a chiedermi: “ma per me la vita è Buona? È Bella?Positiva? e quindi qual’è la misura sulla mia vita che mi fa dire che la vita è Buona?” Leggendo la storia di Chiara ed Enrico, vedendo il filmato della testimonianza e del funerale mi viene da dire che per loro la vita è positiva ed è quindi lampante che la misura per affermare questa positività non è la misura del mondo. Prego quindi Chiara perché mi aiuti in questo cammino alla scoperta della Bellezza della vita.

  37. 61Angeloextralarge

    Sottotitolato in spagnolo. Chiara sta facendo chiasso e a ncora non è nulla! Grazie Chiara! Grazie Enrico per la tua testimonianza!

  38. “…forse la guarigione in fondo non la voglio, un marito felice e un bambino sereno senza la mamma rappresentano una testimonianza più grande rispetto ad una donna che ha superato una malattia. Una testimonianza che potrebbe salvare tante persone…”
    Salvare nel vero senso (soprannturale) della parola, è chiaro.

  39. Marco De Rossi

    http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2011/april/documents/hf_ben-xvi_spe_20110422_intervista_it.html

    INTERVISTA A BENEDETTO XVI
    TRASMESSA IN ITALIA NEL PROGRAMMA DI RAI UNO
    «A SUA IMMAGINE. DOMANDE SU GESÙ»

    Venerdì Santo, 22 aprile 2011

    E proprio sul tema del dolore innocente è la prima domanda che arriva da una bambina giapponese di sette anni, che le dice: «Mi chiamo Elena, sono giapponese ed ho sette anni. Ho tanta paura perché la casa in cui mi sentivo sicura ha tremato, tanto tanto, e molti miei coetanei sono morti. Non posso andare a giocare nel parco. Chiedo: perché devo avere tanta paura? Perché i bambini devono avere tanta tristezza? Chiedo al Papa, che parla con Dio, di spiegarmelo».

    Cara Elena, ti saluto di cuore. Anche a me vengono le stesse domande: perché è così? Perché voi dovete soffrire tanto, mentre altri vivono in comodità? E non abbiamo le risposte, ma sappiamo che Gesù ha sofferto come voi, innocente, che il Dio vero che si mostra in Gesù, sta dalla vostra parte. Questo mi sembra molto importante, anche se non abbiamo risposte, se rimane la tristezza: Dio sta dalla vostra parte, e siate sicuri che questo vi aiuterà. E un giorno potremo anche capire perché era così. In questo momento mi sembra importante che sappiate: «Dio mi ama», anche se sembra che non mi conosca. No, mi ama, sta dalla mia parte, e dovete essere sicuri che nel mondo, nell’universo, tanti sono con voi, pensano a voi, fanno per quanto possono qualcosa per voi, per aiutarvi. Ed essere consapevoli che, un giorno, io capirò che questa sofferenza non era vuota, non era invano, ma che dietro di essa c’è un progetto buono, un progetto di amore. Non è un caso. Stai sicura, noi siamo con te, con tutti i bambini giapponesi che soffrono, vogliamo aiutarvi con la preghiera, con i nostri atti e siate sicuri che Dio vi aiuta. E in questo senso preghiamo insieme perché per voi venga luce quanto prima.

  40. Francesca

    Grazie per aver scritto così belle parole su Chiara. Ti ringrazio, l’ho conosciuta qui leggendo le sue notizie sul web, e mi sembra di conoscerla da sempre. Grazie davvero, scrivi sempre di Chiara, non va dimenticata mai.

  41. 61Angeloextralarge

    Molto fuori tema ma urgente:

    Il 15 agosto 2010 (praticamente sotto il manto della Madonna) è nato un gruppo di preghiera online, comprendente una 50ina di laici, alcuni sacerdoti e padri, una decina di monasteri dei quali la maggioranza di vita claustrale. Poco fa è arrivata una richiesta di quelle che mi strappano il cuore e che per questo ho preso la “sana abitudine” di inviare anche a coloro che non fanno parte di questa “famiglia di intercessori”.
    Una madre straziata dal dolore chiede preghiere per la sua piccola Giulia che sta lottando per la vita a causa di un tumore. Ringrazio di cuore chi pregherà con noi per questa bimba.

  42. romeo magnarelli

    i santi non sono solo quelli sul calendario ma ce ne sono mille e mille ancora che attraverso la loro storia ci insegnano cos’è l’amore.questa storia è uno di quelli da cui imparare per poi poter insegnare agli altri che dio non è solo dio quando ci fa comodo ma è dio sempre anche nella sofferenza e non ha bisogno di miracoli per farsi riconoscere perchè: lui c’è sempre in ogni attimo della nostra vita e sta solo a noi amarlo senza compromessi per amore e basta.ecco questa storia ci deve insegnare proprio questo ad amare senza compromessi.che la gioia sia nei cuori di chi ha dato la vita per la vita e da dove è nata la vita la grazia del signore sia sempre presente per indicargli la strada maestra.amen piccolo angelo salito al cielo per permettere ad un nuovo angelo di stare in terra che Dio te ne renda merito.

  43. Marco De Rossi

    >Alvise wrote
    >mi rifiuterei di credere in un Padre che fa tanto del male alle sue creature.

    Dio non fa il male, Dio permette all’uomo di compiere il male perche’ lo lascia libero.
    E dal male Dio e solo Lui sa trarre il bene.
    Come il chicco di grano che muore ma dalla morte del chicco di grano nasce una pianta rigogliosa.

    Alcune risposte piu’ titolate della mia:

    http://www.vatican.va/archive/compendium_ccc/documents/archive_2005_compendium-ccc_it.html

    Catechismo della Chiesa Cattolica – Compendio:

    58. Perché Dio permette il male?

    311-314
    324

    La fede ci dà la certezza che Dio non permetterebbe il male, se dallo stesso male non traesse il bene. Dio questo l’ha già mirabilmente realizzato in occasione della morte e risurrezione di Cristo: infatti dal più grande male morale, l’uccisione del suo Figlio, egli ha tratto i più grandi beni, la glorificazione di Cristo e la nostra redenzione.

  44. Marco De Rossi

    http://www.vatican.va/archive/ccc_it/documents/2663cat017-308.PDF

    Dal Catechismo della Chiesa cattolica:

    311 – Gli angeli e gli uomini, creature intelligenti e libere, devono cam-
    minare verso il loro destino ultimo per una libera scelta e un amore di
    preferenza. Essi possono, quindi, deviare. In realtà, hanno peccato. È
    così che nel mondo è entrato il male morale, incommensurabilmente più
    grave del male fisico. Dio non è in alcun modo, né direttamente né indirettamente,
    la causa del male morale.151 Però, rispettando la libertà
    della sua creatura, lo permette e, misteriosamente, sa trarne il bene:
    « Infatti Dio onnipotente […], essendo supremamente buono, non permetterebbe
    mai che un qualsiasi male esistesse nelle sue opere, se non
    fosse sufficientemente potente e buono da trarre dal male stesso il bene ».

    314 – Noi crediamo fermamente che Dio è Signore del mondo e della
    storia. Ma le vie della sua provvidenza spesso ci rimangono sconosciu-
    te. Solo alla fine, quando avrà termine la nostra conoscenza imperfetta
    e vedremo Dio « a faccia a faccia » (1 Cor 13,12), conosceremo pienamente
    le vie lungo le quali, anche attraverso i drammi del male e del
    peccato, Dio avrà condotto la sua creazione fino al riposo di quel
    Sabato definitivo, in vista del quale ha creato il cielo e la terra.

    324 – Che Dio permetta il male fisico e morale è un mistero che egli illumina
    nel suo Figlio, Gesù Cristo, morto e risorto per vincere il male.
    La fede ci dà la certezza che Dio non permetterebbe il male, se dallo
    stesso male non traesse il bene, per vie che conosceremo pienamente
    soltanto nella vita eterna.

  45. Marco De Rossi

    Ed infine:

    http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/audiences/1986/documents/hf_jp-ii_aud_19860604_it.html

    GIOVANNI PAOLO II

    UDIENZA GENERALE

    Mercoledì, 4 giugno 1986

    … omissis …

    riflessioni che intendiamo proporre sul tema del rapporto tra la Provvidenza divina e la realtà del male e della sofferenza presenti sotto tante forme nella vita umana.

    2. Ciò costituisce per molti la principale difficoltà ad accettare la verità sulla divina Provvidenza. In alcuni casi questa difficoltà assume forma radicale, quando addirittura si accusa Dio a causa del male e della sofferenza presenti nel mondo, giungendo fino a rifiutare la verità stessa su Dio e sulla sua esistenza (cioè all’ateismo). In una forma meno radicale, e tuttavia inquietante, questa difficoltà si esprime nei tanti interrogativi critici, che l’uomo pone a Dio. Il dubbio, la domanda o addirittura la contestazione nascono dalla difficoltà di conciliare tra loro la verità della Provvidenza divina, della sollecitudine paterna di Dio per il mondo creato, e la realtà del male e della sofferenza sperimentata in diversi modi dagli uomini.

    … omissis …

    3. Dobbiamo però prima di tutto intenderci sul male e sulla sofferenza. Essa è in se stessa multiforme. Comunemente si distingue il male in senso fisico da quello in senso morale. Il male morale si distingue da quello fisico prima di tutto per il fatto che comporta una colpevolezza, perché dipende dalla libera volontà dell’uomo, ed è sempre un male di natura spirituale. Esso si distingue dal male fisico, perché quest’ultimo non include necessariamente e direttamente la volontà dell’uomo, anche se ciò non significa che esso non possa essere causato dall’uomo o essere effetto della sua colpa. Il male fisico causato dall’uomo, a volte solo per ignoranza o mancanza di cautela, a volte per trascuratezza di precauzioni opportune o addirittura per azioni inopportune e dannose, si presenta in molte forme. Ma si deve aggiungere che esistono nel mondo molti casi di male fisico, che avvengono indipendentemente dall’uomo. Basti ricordare per esempio i disastri o le calamità naturali, come anche tutte le forme di minorazione fisica oppure di malattie somatiche o psichiche, di cui l’uomo non è colpevole,

    … omissis …

    Inoltre nel contesto della verità integrale sulla divina Provvidenza, si è aiutati a comprendere meglio le due affermazioni: “Dio non vuole il male come tale” e “Dio permette il male”. A proposito della prima è opportuno richiamare le parole del Libro della Sapienza: “. . . Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. Egli infatti ha creato tutto per l’esistenza” (Sap 1, 13-14). Quanto alla permissione del male nell’ordine fisico, ad esempio di fronte al fatto che gli esseri materiali (tra essi anche il corpo umano) sono corruttibili e subiscono la morte, bisogna dire che esso appartiene alla stessa struttura dell’essere di queste creature. D’altra parte sarebbe difficilmente pensabile, allo stato odierno del mondo materiale, l’illimitato sussistere di ogni essere corporeo individuale. Possiamo dunque capire che, se “Dio non ha creato la morte”, come afferma il Libro della Sapienza, tuttavia egli la permette, in vista del bene globale del cosmo materiale.

    7. Ma se si tratta del male morale, cioè del peccato e della colpa nelle loro diverse forme e conseguenze anche nell’ordine fisico, questo male Dio decisamente e assolutamente non lo vuole. Il male morale è radicalmente contrario alla volontà di Dio. Se nella storia dell’uomo e del mondo questo male è presente e a volte addirittura opprimente, se in un certo senso ha una propria storia, esso viene solo permesso dalla divina Provvidenza per il fatto che Dio vuole che nel mondo creato vi sia libertà. L’esistenza della libertà creata (e dunque l’esistenza dell’uomo, l’esistenza anche di spiriti puri come sono gli angeli, dei quali parleremo più avanti), è indispensabile per quella pienezza della creazione, che risponde all’eterno piano di Dio (come abbiamo già detto in una delle precedenti catechesi). A motivo di quella pienezza di bene che Dio vuole realizzare nella creazione, l’esistenza degli esseri liberi è per lui un valore più importante e fondamentale del fatto che quegli esseri abusino della propria libertà contro il Creatore, e che perciò la libertà possa portare al male morale.

    Indubbiamente è grande la luce che riceviamo dalla ragione e dalla rivelazione a riguardo del mistero della divina Provvidenza, che pur volendo il male lo tollera in vista di un bene più grande. La luce definitiva, tuttavia, ci può venire soltanto dalla croce vittoriosa di Cristo. Ad essa dedicheremo la nostra attenzione nella catechesi seguente.

  46. franci

    I funerali di CHIARA…..LUCE all’ennesima potenza!!
    CHIARA: pane spezzato per me!
    D’ora in poi Chiara sarà…per me… Tutte le volte che vorrò lamentarmi con Dio, ci sarà Chiara con il suo bellissimo esempio.
    Tutte le volte che farò fatica ad accettare e non lo vorrò fare…ci sarà Chiara!
    Tutte le volte che vorrò dire: “adesso basta”… ci sarà Chiara.
    Tutte le volte da adesso in poi ci sarà Chiara a dirmi semplicemente questo: Quando tu sei con Gesù, vuol dire che Gesù è con te…a questo punto sei già in paradiso…Chiara mi insegna a tuffarmi nella risurrezione di Cristo! Oggi è una bellissima giornata! Auguro a tutti di vivere una splendida giornata con tutto quello che ci sarà dentro, perchè questa giornata è per ciascuno di noi! Per il dono di CHIARA. GRAZIE GESU’!

    1. Francesca

      Che bel commento Franci…concordo in pieno, anche se non ero presente di persona, ma sto partecipando ogni istante a tutto, col cuore.

  47. questi grandi esempi. le testimonianze date con i fatti, la gioia nella sofferenza, mi lasciano nell’animo delle sensazioni indecifrabili e potenti…tanto potenti che sono quasi un malessere…sento che sono chiamata a tendere sempre di più ad un tale livello di affidamento al Signore (o quanto meno a salire uno scalino ) ma, con un pensiero tipicamente umano ho paura di chiedere tutta questa fede. Talvolta (ma parlo veramente di un numero di occasioni che si conta con le dita di una mano) sono riuscita a dire a Dio, “fai te, mi fido di te perchè se è quello che vuoi mi renderai possibile affrontarlo”, ma se dovessi essere chiamata ad affrontare anche solo una delle prove che ha passato questa Famiglia, non penso riuscirei a farlo, vista la difficoltà che ho nell’affidarmi a Dio tutti i giorni anche nelle piccole prove quotidiane..intanto mi limiterò a tenere davanti agli occhi questi esempi, cercando di sciogliere quel groviglio di emozioni nel cuore…poi forse un giorno crescerò..

  48. Davide

    ciao a tutti, sono nuovo,
    volevo solo dirvi che ieri sera ero ad un incontro dei dieci comandamenti con don Fabio Rosini dove ha parlato di Chiara che conosceva bene essendo stata sua catechista, insieme al marito, nei corsi per fidanzati che faceva don Fabio. Oltre a dire che Chiara è morta in odore di santità, don Fabio ha detto che la vita va vissuta per scoprire la gloria di Dio, non serve avere 100 anni per scoprirla ma ne bastano anche pochi per arrivare alla bellezza di Dio, quindi ogni minuto della nostra vita va vissuto intensamente nell’amore di Dio per vivere una vita straordinaria.

  49. Francesca

    la beata Chiara Luce Badano, sapendo di Chiara Corbella, avrebbe detto:”E’ stata al gioco di Dio, è rimasta seduta al posto che Dio le aveva assegnato sul Suo treno, senza alzarsi, ma facendosi portare dicendo solo SI'”

  50. Marco De Rossi

    Grazie admin e grazie giulia per il link all’omelia di padre Vito.
    Sono 36 minuti, ma vale la pena ascoltare tutto fino in fondo.
    A me ha colpito soprattutto la parte intorno al minuto 30’40” che dice piu’ o meno cosi’:
    “Allora, dentro questa cosa mi sembra di cogliere una tentazione pero’, e a me sembra che stia lavorando qualcosa di malvagio in tutto questo, che si traduce nel fatto che molti di noi pensano: una vicenda straordinaria. Io ho un po’ di timore a fare l’omelia di Chiara perche’ pare il solito panegirico del morto e invece non e’ cosi’. Le cose che vi stiamo dicendo, e ripeto, vi stiamo dicendo perche’ e’ la Chiesa che ve le sta dicendo, non e’ perche’ voi pensiate: e’ bello, e’ straordinario tutto questo, pero’ io non gliel’avrei fatta. Per me speriamo che non mi capiti sta roba, perche’ io non ce la faccio. Questo e’ per gente particolare: Chiara, Enrico e pochi altri, e poi i Santi e poi … io no, io non ce la faccio. Allora questa e’ la grande tentazione.”

    1. Alessandro

      Sì, la strada della fedeltà a Dio è percorribile da tutti. Nessuno nasce intrinsecamente inidoneo alla santità.

  51. annalisa

    Questa è la storia di Chiara e Davide. Persecutori e perseguitati, nel dichiarare il loro amore, abbandonando,hanno provato il totale abbandono nel mese di aprile, proprio quando Chiara Corbella veniva a sapere della sua sentenza. Il 16 giugno, proprio il giorno del funerale di Chiara, i nostri fidanzati, Chiara e Davide appunto, sono stati uniti nel Sacramento del Matrimonio. Io ho detto a Chiara: ‘Ecco la vostra prima protettrice’. Tutta questa storia mi sembra come un disegno imperscrutabile nelle mani di Dio. E’ una meraviglia ai miei occhi.

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  53. francesco

    salve a tutti
    considerato il numero altissimo di persone che sono rimasti “sbalorditi” da tanta umana santità,
    vi chiedo, se qualcuno lo sapesse,
    di scrivere le eventuali date e luoghi di possibili raduni di preghiera in nome di Chiara ed Enrico.
    Credo che ciò sarà possibile,
    molto probabile visto quello che TUTTO CIò sta suscitanto nei nostri cuori…

    non sono purtroppo molto pratico di queste cose ma se non erro, so che a distanza di una settimana poi di un mese,
    si fa una commemorazione del defunto.
    non so se sia volere della famiglia di chiara (ma immagino di si) farlo con chiunque volesse parteciparvi.
    così vi chiedo di postare qui in questo blog, le eventuali date.

    bramiamo tutti dal desiderio di risentire enrico suonare e cantare davanti a chiara insieme a tutti noi….
    grazie

    p.s.
    don vito è una grande guida sapete dove sta e dove si possono ascoltare le sue messe???

  54. Federica

    Ma se Chiara invece di ostinarsi ad avere un figlio naturalmente lo avesse adottato forse ora sarebbe viva…Io penso che ad amare il figlio nella pancia ci voglia poco,ma ad amare un bimbo estraneo come tuo figlio be’ e un altro discorso.Accettare che non si puo avere un figlio e fare la volontà di Dio,l ostinarsi a diventare madre e un atto egoistico.La chiesa non incita mai alle adozioni come mai?

    1. Marco De Rossi

      Beh, che dirle, complimenti.
      In sole quattro righe e’ riuscita a scrivere una serie di pensieri che non hanno una logica alcuna e di una crudelta’ verso Chiara e tutti coloro che l’hanno amata a dir poco sconcertante.
      Da cosa deduce che a Chiara il tumore sia stato causato dalla gravidanza?
      Da cosa deduce che se avesse inziato a curarsi prima sarebbe guarita?
      Amare il figlio nella pancia ci vuole poco?
      E come spiega i milioni di aborti in Italia e nel mondo ed i bimbi abbandonati nei cassonetti?
      La Chiesa invita eccome anche all’adozione, evidentemente lei non e’ ben informata a riguardo, forse a causa di suoi pregiudizi in merito.
      Diventare madre e’ un atto egoistico?
      E’ un atto egoistico quando lo si vuole diventare a 60 anni con il seme di uno sconosciuto comprato su internet o quando lo si vuole avere avendo come “marito” un’altra donna, o quando si e’ single etc. etc. etc.
      Ma la storia di Chiara non rientra in queste tipologie, e lei ha donato la vita terrena e soprattutto la vita eterna ai suoi tre figli.
      Tra l’altro a lei chi assicura che un figlio nato sano non si ammali dopo o muoia per un incidente o qualsiasi altra cosa?

    2. media-e-midia

      A forza di sentir parlare dell’imminente (?) inversione dei poli magnetici si finisce per pigliare lucciole per lanterne…

    3. Alessandro

      “Ma se Chiara invece di ostinarsi ad avere un figlio naturalmente lo avesse adottato forse ora sarebbe viva… l’ostinarsi a diventare madre è un atto egoistico”

      Detto così sembra che Chiara cercasse di avere figli naturalmente ma non ci riuscisse. E invece… dopo un mese di matrimonio era già incinta, ed è madre di tre figli avuti naturalmente.

      “La chiesa non incita mai alle adozioni come mai?”

      Mica vero. Guarda ad es. qua:

      http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/2000/jul-sep/documents/hf_jp-ii_spe_20000905_adozioni_it.html

      Il tuo strano discorso sull’amore vero che si avrebbe per un figlio adottivo e non per uno nato dal proprio grembo (“Io penso che ad amare il figlio nella pancia ci voglia poco, ma ad amare un bimbo estraneo come tuo figlio be’ e un altro discorso”), se applicato in sede etica, porterebbe a conseguenze che eufemisticamente direi bizzarre.

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