Gli uomini, le donne e Giobbe

di Paolo Pugni

Gli uomini sono competitivi. Infatti scrivo per invidia. E per prendermi quel risarcimento che ritengo meritato. Poiché sono costantemente battuto, e umiliato, dalle donne. E chiedo solidarietà ai maschi.

Dimostrazione.

La mia proposta di pubblicazione inviata a Langone è stata bocciata, Costanza non solo pubblica, ma diviene un successo stratosferico (??? ndr).

Pubblico un blog da due anni che parla della vita vista da un uomo cinquantenne e raggiungo a mala pena 16.000 visite, il suo blog le ha superate nella prima settimana di vita.

Inizio a correre nel 2009 per superare di slancio la soglia dei cinquant’anni, mia moglie mi segue l’anno dopo: provate ad indovinare chi ha più resistenza e tonicità! Esatto: lei.

Ora potrei continuare, ma ci siamo capiti. E’ che se fossi donna queste cose qui mica mi darebbero fastidio. Ma sono uomo, e gli uomini sono competitivi. Litigano anche per chi deve pagare il giro di aperitivi al bar!

E’ dentro di noi, fa parte della nostra storia genetica: da quando Neandy affermò che il dinosauro che aveva ucciso lui era più grosso di tutti.

Così quando alla macchinetta del caffè Paolo afferma che ha preso un ordine, Luca risponde che il suo è più polposo e con un cliente più difficile. E’ un gioco.

Le donne però non lo capiscono, perché la loro indole è invece quella di mediare, di accogliere: mai visto due signore che parlano di cose loro? Se una dice che non riesce a cucinare l’altra mica le risponde che lei invece ha vinto Hell’s Kitchen con chef Ramsey! Le dice che anche lei va di scatolette, anche se non è vero. Per solidarietà! Perché non si può far sentire una donna in difficoltà.

Il problema è quando ci incrociamo, lì cominciano i guai. Perché invece che insegnare agli uomini come sia delicato e vincente accogliere, ammorbidire, sminuirsi, finisce che anche le donne si gettano nella competizione.

E siccome sono più brave, vincono sempre.

E poi ci si meraviglia se gli uomini entrano in crisi. Perché dicono tutti che la crisi di questa società è proprio data dalla fuga dell’uomo. Fuga dalle responsabilità. Fuga dal ruolo. Fuga dalla paternità. Fuga dalla progettualità. Insomma, tutto chiacchiere e competitivo!

Ora non voglio certo addebitare al gentil sesso questa abdicazione dell’uomo dal suo compito, anche se in una serata dedicata al ruolo del padre mi sono sentito dire da un gruppo di giovani papà che sì sarebbe giusto e bello anche essere padri come Ettore, ma che diventa difficile riuscirci senza passare prima sul cadavere di Wondermom….

Ma ciò che vorrei dire è che questa voglia di vincere dovremmo forse gettarla verso l’interno piuttosto, per sconfiggere il più pericoloso degli avversari: il nostro smisurato ego.

Perché la vita è battaglia, come già aveva capito Giobbe (Militia est vita homini super terram!) e più che preoccuparsi di quanti click somma questa pagina, dovrei stare attento a quante volte trascuro di apparecchiare, e cose di questo genere.

Perché c’è molto più gusto nel battere se stessi che nel superare una donna, non credete?

66 pensieri su “Gli uomini, le donne e Giobbe

  1. fefral

    Ciao Pugni! e che ci fai anche qua? No, non chiamarmi per nome please! qua sono fefral! ma se vuoi ti offro un caffè, uno di quelli buoni (quello della moka per capirci!)
    Langone ha scelto costanza e rifiutato te? Scusa ma tu lo metti lo smalto sulle unghie?
    😀 😀 .-D

  2. eh beh allo smalto sulle unghie non avevo pensato… adesso riprovo, me lo metto e gli rimando la proposta, chissàmai… Grazie Costanza per l’ospitalità!

  3. Adriano

    “Le donne però non lo capiscono, perché la loro indole è invece quella di mediare, di accogliere: mai visto due signore che parlano di cose loro? ”

    Già, le ho sentite, ed è vero che, forse, al momento non competono. Ma, subito dopo, in molte incominciano a malignare sulla persona assente.

    A dire il vero, non vedo poi tutte queste differenze a proposito della competitività…

  4. Adriano, giochiamo anche un po’ sui luoghi comuni… è vero che si divertono spesso, non certo le signore che scrivono questo blog, a spettegolare sullle assenti, ma questo non è competitività…
    Paolo

    1. Fefral

      No no, anche noi spettegoliamo sulle assenti.
      Per esempio che fine ha fatto danieladellatorre? Quale uomo sta tampinando adesso?

      1. Fefral, possibile che nessuno si chieda, invece, che fine ha fatto Alessandro? Insomma, Daniela s’è fatta viva fino a poche ore fa, ma il nostro documentatissimo apologeta-filosofo che fine ha fatto? 🙂 Daniela, unisciti all’appello, Alvise, sii la nostra voce: chiama Alessandro! 😀

    2. Adriano

      “è vero che si divertono spesso, non certo le signore che scrivono questo blog, a spettegolare sullle assenti, ma questo non è competitività…”

      Mah, sarà che lavoro in un ambiente femminile, ma io la chiamerei competitività (e pure armata! 😉 )

    3. Fefral

      Cyra’ troppe magnate e troppo vino? Alessandro ci ha salutati per qualche giorno! Ma tu dov’eri invece?

      1. ah, ecco, io… come dire… me l’ero persa! 🙂 Comunque Alex sarà contento di vedere che l’ho pensato, anche se m’ero perso il suo messaggio. 😀
        Dov’ero io? Chi mi conosce (su fb) sa che stavo facendo sfrusciare le gomme della moto su belle strade fuoriporta…

  5. Adriano

    Paolo, bello il blog che gestisci e interessanti gli argomenti, per quel poco che sono riuscito a leggere. Per chi volesse visitarlo:

    http://famigliefelici.blogspot.com/

    (no, non c’è nulla di scabroso nel link qui sopra, quindi potete cliccare senza remore! 😉 😉 )

  6. giovanni dm

    Bravo, Paolo!
    Sul rifiuto di Langone, non mo stupisco, si sa che è sensibile al fascino femminile 🙂

  7. “Daniela s’è fatta viva fino a poche ore fa”
    Piangere, dovresti, per cotanti minuti in astinenza da me. E invece. Aargh.
    Cyrano ma mi devi sempre tratta’ male? Guarda che so’ sensibiluccia io (mai prese tante sberle in cuore da un uomo, ma anvedi questo 🙂 ). Stai in campana, centauro, che rivelo a tutti il tuo vero nome… 😀 (Uh quanto ci godo ora che ho qualcosa per tenerti in pugno, mmhh; e non mi fare l’anguilla scema che prendo la mia di moto e poi vediamo chi si mangia tutte le mozzarelle in premio al primo arrivato – vivo).
    E comunque, zitti ‘n attimo: devo ancora leggere il post di Paolo e qualcosa mi dice che è già impegnato.
    Però io sono una gentildonna e lo leggerò lo stesso addirittura.

    1. Senz’altro avresti l’âme du rôle per fare la Psiche del caso, Daniela, ma anche se non so dove e come tu abbia trovato l’olio per illuminare il mio viso, ricorda che la fuga di Amore è irreparabile 🙂
      Va da sé che non stavo sminuendo la tua assenza, anzi con qualcuno su fb dicevo che è un peccato tu ti sia “eclissata” (per usare un fefralismo) da lì.

      1. questa è fantastica, Daniela… 🙂 grazie (anche per la sospensione degli effetti speciali) 😉 Buonanotte, e grazie ancora.

  8. Ecco, vedi, se poi è un uomo a scrivere un post così – sulle donne, poi – allora è vero che Cristo ha l’anima muliebre e che a Sua immagine e somiglianza ci si può ridiventare lasciandosi plasmare sino ad avere spalle maschili ma cuore e sensibilità muliebri – e gentili, oltre che intelligenti.
    Io l’uomo “perfetto” è infatti così che lo vedo: uno col cuore di donna, in tutta la sua virilità.
    E l’ho intravisto, questo cuore di donna, in qualcuno ateo, ma solo nei cristiani non è stata l’immagine di un attimo. Perdura, proprio. – Grazia permettendo.
    Grazie, Paolo (no, non te lo chiedo se tuo figlio – single? – per caso ti somiglia. Mi so’ stancata pur’io di far credere che nutro qualche speranza di innamorarmi ancora di qualcosa d’altro dell’Uomo che morì per me).
    -Si, Paolo. C’è molto più gusto e Senso nel battersi come quel garzone del macellaio di cui accennò Costanza in altro post, e che non riesco a schiodarmi dalla memoria.
    Ci penso ogni santo giorno.
    Quel cassutissimo garzone del macellaio.

  9. fefral

    Povero paolo, dove sei capitato? Che figura poi che oggi c’è pure giovanni che ha più volte espresso la sua opinione che questo più che un blog è quasi una chat.
    Le donne sono competitive comunque, anche loro, soprattutto se si tratta di trovarsi un marito.
    Non capisco bene con chi competa danieladellatorre, comunque compete…
    Daniè lo vuoi capire che cyrano è impegnato?
    Cyra’ scusa, ma tu a quelli di fb glielo dici che fine hai fatto, a noi qua dentro no?
    Che gente!
    Torno al mio silenzio, anzi no… mi eclisso!

    1. Sissignore, e sissignore che io l’ho capito che il ragassuolo è impegnato, e sissignore…ma qualcuno quando lo capirà che
      se una donna mediamente intelligente
      fa la stupida scherzosamente
      a provarci co’ tutti
      e femmine e maschietti
      e fiorellini e angioletti
      forse davvero scherza e davvero co’ tutti?
      E quando lo si capirà troppo tardi sarà ? 🙂

      Un bacio a fefrallosa mia e a Cyrano d’altri e a tutti 🙂

      1. il fatto è che le persone mediamente intelligenti sanno pure che scherzando si dicono le cose più serie del mondo. Questa però, adesso, te la devo dedicare con tutto il cuore.

        Tri tri tri,
        fru fru fru,
        ihu ihu ihu,
        uhi uhi uhi!

        Il poeta si diverte,
        pazzamente,
        smisuratamente!
        Non lo state a insolentire,
        lasciatelo divertire
        poveretto,
        queste piccole corbellerie
        sono il suo diletto.

        Cucù rurù,
        rurù cucù,
        cuccuccurucù!

        Cosa sono queste indecenze?
        Queste strofe bisbetiche?
        Licenze, licenze,
        licenze poetiche!
        Sono la mia passione.

        Farafarafarafa,
        tarataratarata,
        paraparaparapa,
        laralaralarala!

        Sapete cosa sono?
        Sono robe avanzate,
        non sono grullerie,
        sono la spazzatura
        delle altre poesie

        Bubububu,
        fufufufu.
        Friu!
        Friu!

        Ma se d’un qualunque nesso
        son prive,
        perché le scrive
        quel fesso?

        bilobilobilobilobilo
        blum!
        Filofilofilofilofilo
        flum!
        Bilolù. Filolù.
        U.

        Non è vero che non voglion dire,
        voglion dire qualcosa.
        Voglion dire…
        come quando uno
        si mette a cantare
        senza saper le parole.
        Una cosa molto volgare.
        Ebbene, così mi piace di fare.

        Aaaaa!
        Eeeee!
        Iiiii!
        Ooooo!
        Uuuuu!
        A! E! I! O! U!

        Ma giovanotto,
        ditemi un poco una cosa,
        non è la vostra una posa,
        di voler con così poco
        tenere alimentato
        un sì gran foco?

        Huisc…Huiusc…
        Sciu sciu sciu,
        koku koku koku.

        Ma come si deve fare a capire?
        Avete delle belle pretese,
        sembra ormai che scriviate in giapponese.

        Abì, alì, alarì.
        Riririri!
        Ri.

        Lasciate pure che si sbizzarrisca,
        anzi è bene che non la finisca.
        Il divertimento gli costerà caro,
        gli daranno del somaro.

        Labala
        falala
        falala
        eppoi lala.
        Lalala lalala.

        Certo è un azzardo un po’ forte,
        scrivere delle cose così,
        che ci son professori oggidì
        a tutte le porte.

        Ahahahahahahah!
        Ahahahahahahah!
        Ahahahahahahah!

        Infine io ò pienamente ragione,
        i tempi sono molto cambiati,
        gli uomini non dimandano
        più nulla dai poeti,
        e lasciatemi divertire!

    2. “scherzando si dicono le cose più serie del mondo”

      Qualche volta, qualche volta, (in) sano Cyrano.
      Ma la volta che io scherzavo e l’altra no, è rapidissimo guizzo il carpirla.
      Anche perchè io sono quella che non lascia il minimo aiuto per trovarla, se poi si vuol riporla.
      “Il poeta si diverte”, vero. Non sarò io a farlo meno divertire mentre ringrazio, della dedica e del

      -Buonanotte, dolce e ligio Cyrano.

  10. Ah si, sono competitive. Ed è proprio quello il punto: quando le donne decidono di diventare uoma sono tremende!!!!
    Ad un certo punto le donne si sono ribellate ad un stato di cose obbiettivamente sbagliato. Il problema è che al posto di richiamare all’ordine gli ometti dicendo loro che erano sul binario sbagliato, noi signore abbiamo deciso che volevamo sbagliare anche noi, che volevamo il potere, la forza, volevamo fare le nostre scappatelle, avere il diritto di avere degli uomini oggetto… Insomma, abbiamo preteso riessere come quelli che ci schiacciavano, annullando le nostre virtù per abbracciare i loro vizi…
    E, cigliegina sulla torta, non li abbiamo nemeno aiutati ad essere migliori….

  11. paulbratter

    era nella rubrica di libri del tg1 Billy ( come la libreria dell’IKEA, pubblicità occulta?), verso le 13:45

    1. giuliana z.

      nooooo me la sono persaaaaaa!
      peccato, billy è l’unica cosa intelligente del tg1!

    2. Barbara Favi

      OT – Ho sempre pensato che billy fosse un nome urendo (si’, urendo con la u e una r sola: rende meglio). ma perche’ non hanno lasciato Benjamin? era molto piu’ dignitoso. peraltro, se fossi l’ikea non sarei contentissima di farmi sponsorizzare occultamente da minzolini 🙁

  12. “Dio e la propria infelicità personale sono l’unico argomento di fronte al quale l’intellettuale medio si ritrae scandalizzato come le signorine perbene facevano una volta se si parlava di sesso.”
    Ancora LUI!!!

    1. Prima cosa, l’intellettuale medio è per la sua stessa natura un imbecille, seconda cosa di Dio ne parla chi ci crede, oppure si parla del fenomeno della credenza del fanatismo religioso delle dispute religiose, della filosofia della rieligione, di politica e religione, del Papa, dei suoi tirapiedi religiosi e politici eccetra. Cosa che qui in Italia, a dire il vero, se ne parla tutti i giorni della Chiesa dei vescovi dei frati e cose di questo genere. forse non si parla di Dio, anche questo è vero, ma io, che sono, per esempio, intellettuale vero, non medio, non una mezza sega, di Dio non me ne perito a parlarne!!!

  13. Quanto all’infelicità personale gli intellettuali “veri” in pratica non hanno mai parlato d’altro che di quella. Quelli medi non li pigliamo nemmeno in considerazione!!!!

  14. Sono appena tornata dalla montagna e prendo coraggio per intervenire.
    Devo ammettere che la chat non mi piace e mi sento un po’ in imbarazzo, ma mi adeguo, e spesso mi limito a leggere. Ora però ne traggo vantaggio,perché voglio dire una cosa che credo c’entri poco col post qui sopra, ma sono contenta di piazzarla proprio sotto questo commento di Alvise.
    Non ti conosco, Alvise, e non so prendere confidenza con te come fanno molti qui dentro, però mi sembri alla disperata ricerca di qualcosa, o meglio, di Qualcosa, anzi, meglio ancora, di Qualcuno.
    Vengo al punto: ho letto ieri un libretto sulla vita di Santa Teresa di Lisieux, e così come avevo letto per Madre Teresa di Calcutta, si racconta che anche Teresina, dopo una prima Chiamata inconfondibile, per anni abbia vissuto il cosiddetto buio della fede, rasentando quasi l’ateismo. Ora, io non so come interpretare questa cosa, o meglio, non riesco a immaginarmela, forse persone che hanno avuto rivelazioni così forti, nel momento in cui non sentono più con la stessa forza la voce di Dio, si sentono abbandonate, non lo so.
    Mi stupisce, però, e mi rassicura, quasi, come queste stesse abbiano passato anni e anni senza sentire nulla, credo che per loro a quel punto la fede non fosse molto diversa da quello che Alvise chiama credenza, ma siano rimaste attaccate alla loro chiamata iniziale, e forse è proprio per questo che sono diventate sante.
    Potrei forse fare un parallelo con i veggenti, immagino che una persona che abbia visto e sentito parlare la Madonna, anche se non dovesse più vederla e sentirla, se lo farebbe bastare per la vita, non lo so.
    Insomma, a questi non serve una conferma appresso all’altra, una volta visto e sentito sono certi che anche se non sentono più la strada è quella, con tutto ciò che essa comporta.
    Alvise, non lo so, mi vieni in mente tu! Sei sicuro che in questo tuo cercare tu non ti ci sia avvicinato nemmeno una volta, una sola?
    Vabbè sono colpita da Santa Teresina, tutto qui.
    Con affetto, Jenny

    1. giuliana z.

      Bella Jenny! come ho già detto… quando una cosa è vera una volta è vera per sempre!

  15. giuliana z.

    Bel post! complimenti Paolo… tra l’altro ti chiami come mio marito, quindi mi sti simpatico a priori.
    A proposito di competizione… tu sei mai stato ai giardinetti coi tuoi figli? se sì, ti sarà capitato di porgere orecchio ai discorsi delle mamme sui pregi dei loro virgulti. Se non sono competitive le mamme…. una che dice: mio figlio fa già la popò nel wc da quando ha 20 mesi, e il tuo? ah… porta ancora il pannolo? non mi dire… sì però tra poco inizia la scuola… fai come me… bla bla bla…
    Quuesto avviene soprattutto con le mamme di figli maschi, che certo di natura saranno più competitivi, ma le loro mammine hanno contribuito a questo atteggiamento. La discesa in campo delle donne emancipate le ha talmente “uomizzate” che ci si azzuffa sul terreno dei figli, quando non lo si fa sul posto di lavoro….

    1. grazie Giuliana, e sì, hai ragione. Ma credo che, volendo a tutti i costi difendere la mia tesi (il che non è detto che meriti veramente), il caso che citi è comunque una competizione “cuore di mamma”: sono i figli ad essere più bravi e quindi in competizione….
      ma questa forse è la classica arrampicata sui vetri….
      E’ vero, c’è stata una uomizzazione delle donne:
      noi dobbiamo chiedere scusa per avervi costretto o indotto a farlo
      ma voi dovete un po’ provare senso di colpa per esserci cascate… 😉
      Ciò che tenevo a dire era che riconosco una superiorità in questa vostra capacità di non dare importanza ai particolari che stanno al cuore della competizione, mentre noi siamo così vincolati ad essere sempre più…. se posso, senza offendere né stonare, è il celodurismo…
      Spero di avere altre occasioni su questo blog per poter raccontare di più.
      Per ora grazie mille dell’attenzione!
      Paolo

    2. giuliana z.

      forse hai ragione sulla competizione “core de’ mamma”, ma da donna, ti assicuro che oggi, più di ieri, si cerca di investire in aspettative sui figli come se fossero trofei da esibire, specie davanti alle altre donne, convinte di essere in una gara a chi educa meglio e presto e con risultati all’altezza del tecnicismo moderno. “Mio figlio ce l’ha fatta!” vuole pensare la donna moderna.
      Sul celodurismo maschile…. bè, che volete farci, è la vostra natura! fa parte dell’essere umano di sesso maschile essere competitivi, dalla clava in poi. Però nell’uomo mi sembra, ha sempre avuto, questa competizione, l’obiettivo della difesa della famiglia. Le donne competitive come lo siamo noi, quelle della mia generazione, lo sono in virtù, o meglio vizio, di quel recente passato femminista, per cui se non reclami la tua posizione allora sei scema. Forse non sai che io attualmente sono felicemente casalinga e mamma. MAI e dico MAI sentito il vento del maschilismo su di me, mentre ho sentito, e molto, il giudizio di tante donne affermate nel lavoro, sulla mia presunta irrealizzazione.

  16. anna

    L’ho vistaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa è sul web Billy, uhmmmmm cioé Costanza insomma avete capito. Ma quanto è simpatica!!!
    Comunque Paolo..ohoò ‘he tu dici Paolo???? stai sereno… le donne sono meno “tranquille” di quel che sembra e la solidarietà tra loro esiste “solo” (ma forse non “solo” per fortuna) su questo blog!
    (spero di non aver detto niente di sbagliato 🙁 )

  17. anna

    Grande Giuliana! anch’io sono iscritta all’albo delle casalinghe e mamme 🙂
    Ecco la solidarietà di cui sopra 😉

    1. giuliana z.

      Che bello! davvero? siamo mosche bianche oramai! ti capita mai quando dici che fai la mamma a tempo pieno che altre donne ti guardino orripilate e ti chiedano “ma come fai???? e la tua realizzazione personale?”. Come se avere una famiglia sia un dettaglio marginale a cui si pensa fuori dal lavoro, chè per il lavoro hai sudato, studiato, lottato, azzannato colleghi e colleghe. Mentre la famiglia è lì, scontata, che ti aspetta, ma tu sei così cotta dal lavoro che guai a sentir parlare di problemi scolastici, marito pure stanco…
      Eh… ne ho conosciute di donne così!

    2. Fefral

      Giuli io sono così 🙁
      E io mi trovo a volte a subire il giudizio di quelle donne che hanno rinunciato al lavoro per la famiglia. Tante volte mingono sentita chiedere “come fai? E i figli?” e io che magari sono settimane che non dormo per riuscire a star dietro a tutto oltre a cercare una risposta che non risulti troppo femminista o progressista devo fare i conti anche con dei sensi di colpa inculcati e senza fondamento.
      Esistono tanti modi di essere madre quante sono le madri al mondo. Smettiamola una buona volta di cercare la ricetta valida per tutte.
      E con questa mi eclisso 😉

  18. Fefral

    Raga’ ma che dite? Io ammiro sinceramente le mie amiche che hanno scelto di dedicarsi alla famiglia full time? Per me sarebbe drammatico, non ne sarei capace, non è che non mi realizzerei semplicemente sarei una cattiva madre se lo facessi a tempo pieno.
    Sulle donne uomizzate…sì, ce ne sono, ma non mi sembra che sia una piaga così tanto diffusa. Forse riguarda una fascia d’età che io ormai mi sono lasciata alle spalle. O, più probabilmente una mezza generazione precedente alla mia.
    Le mie amiche, colleghe, conoscenti rivendicano il proprio essere donne in tutti i modi. Ci sarebbe da discutere su come si giocano la loro femminilità ma io tutte queste femmine col pisello nella mia generazione non ne vedo

    1. giuliana z.

      Fefral, non ho detto TUTTE le donne che lavorano sono così…. ma quelle che non pregano si vedono lontano un miglio! sono sempre accigliate e stufe. Già si fa fatica e si tende a rompere le scatole a tutti, specie al marito, ma se poi non preghi, la cosa è critica! e lo dico per esperienza….

  19. anna

    Giuliana ad essere sincera io lavoro…ma quando mi chiedono cosa faccio, dico prima di tutto che sono “mamma”. Mi piace un sacco, che ci posso fare! prima la mamma e poi tutto il resto e dico tutto!!!

  20. Fefral

    Ps Giuli….ovviamente non sei tra quelle che giudicano 🙂
    Volevo solo sottolineare che tra “noi” e “voi” secondo me non c’è differenza.
    È nel perché (anzi nel per chi) si fanno le cose che si trova poi il senso di ogni scelta

  21. giuliana z.

    Fefral: certo che non ci sono ricette giuste per tutte! non ho detto questo. Ma diciamo la verità: fare bene tutto è impossibile. Io non sono Wonderwoman! lo ammetto, se facessi ora il lavoro che facevo prima di avere dei figli sono certa che a casa sarei una cagnina assoluta. Non si puo’ stare al lavoro dalle 9,00 alle 19,00 e tornare a casa col sorriso sulla faccia, fresche come quarti di pollo disposte ad ascoltare i problemi dei figli, la stanchezza del marito, le pulizie da fare, i panni da stirare eccetera. Se qualcuna lo fa…. ha una paralisi facciale.

    1. Fefral

      E il marito che torna a casa dopo una giornata di lavoro come fa a sorridere quando i figli gli saltano in braccio e gli chiedono di giocare con loro?
      È ovvio che una donna che lavora tutto il giorno non può pensare a tutto: sulle pulizie e i panni da stirare ci si può organizzare. Non è scritto da nessuna parte che una mamma debba stirare i panni o passare l’aspirapolvere. E non è meno mamma se lo lascia fare a qualcun altro

    2. giuliana z.

      assolutamente d’accordo! a casa mia ovvio che sono io a fare queste cose, visto che il mio maritino è già assalito dai figli quando rientra la sera! ed è fin troppo santo a sottomettersi a loro….!

  22. Adriano

    Allora le donne competitive sarebbero “uomizzate”? Mah, non mi pare. Riguardando foto di decenni fa e sentendo storie di famiglia, ci sono sempre state donne (mogli, madri ecc) che in realtà dimostravano competitività tra loro, sia per sé stesse, sia su (attraverso) i figli o mariti. E questo prima della rivoluzione femminista e di tutto quello che ne consegue. Prime Comunioni, Cresime, Matrimoni: tutte occasioni per fare gara…

  23. Pierluigi Scabini

    Interessante questo post e questo blog, mi diverto un po a dialogare.
    Il mio nome è Pierluigi Scabini e non sono un “religioso”, “seguace di una religione”,
    evolvo nella mia consapevolezza orientata alla percezione della spiritualita
    e all’idea di Dio come tutto e come uno: “tutto e tutti siamo Dio”.
    E Dio di per sè rimane un “principio indefinibile”………
    Ho osservato sul vostro blog che si parla molto di uomini e di donne
    e questo penso sia naturale; ritengo che la natura della realtà abbia a che
    fare con il “maschile” e con il “femminile” piu di quanto percepiamo.
    Osservo un post come questo dove si parla di competitivita tra maschi e tra maschi e femmine;
    il punto fondamentale che sento di dire a uomini e donne compreso me stesso,
    è che non abbiamo ancora compreso L’UNITA FEMMINILE E MASCHILE che ritengo sia
    insita nella nostra natura essenziale e che finche ci ostineremo a competere,
    a vivere quella genetica antica ( maschio = sessualita istintiva, dolore e sopravvivenza, bisogno di potere
    e riconoscimento, competitivita, dominazione, etc. oppure quella genetica antica femmina = sessualita orientata
    alla riproduzione, dolore e riproduzione e soppravvivenza, bisogno di potere e di riconoscimento,
    competetività, potere manipolatorio ) ognuno nelle sue modalita psichiche, polarizzati, “ognuno contro l’altro”,
    senza il SALE DELLA CONSAPEVOLEZZA, non creeremo la tanto agognata ARMONIA.

    L’amore vero e autentico, quello che chiamiamo AMORE INCONDIZIONATO tra un uomo e una donna
    penso che nasca quando ogni essere individuale, sia uomo che donna, riconosce “l’altra parte
    di se stesso” come se stesso.
    Come uomo ritengo di essere dentro di me, non solo un sè interiore uomo ma anche un sè interiore
    donna e osservo la donna come un individuo che ha in se stessa un sè interiore donna ma anche un
    sè interiore uomo……
    Sono i nostri sè interiori di cui siamo inconsapevoli che devono emergere e questo si può fare
    in diversi modi; io l’ho fatto con la “meditazione” e una vita orientata all’evoluzione della
    consapevolezza………

    Lo spirito, quella che penso sia la natura della realtà quantistica, è UNITA DEL TUTTO,
    quindi anche UNITA TRA MASCHILE E FEMMINILE, ESSERE L’UNITA MASCHILE E FEMMINILE E’
    IL PRIMO STADIO VERSO LA REALIZZAZIONE DELL’UNITA DEL TUTTO; naturalmente questo va innanzi
    tutto SPERIMENTATO ATTRAVERSO IL SENTIRE E L’ESPERIENZA.
    Evolversi nella consapevolezza è un evoluzione di spirito, anima, di pensiero, di sentimento,
    di esperienze, un evolversi nell’insieme di quello che siamo verso la scoperta di nuovo noi stessi,
    “estendendoci progressivamente a tutto cio che esiste e amando tutto cio che esiste”, divenire un
    “UNO E UN TUTTO”; l’unico mezzo per ottenere questo è l’amore……….
    Penso che per molti di noi esseri umani l’amore autentico è solo un pensiero, ma va bene, a furia di
    essere quel pensiero, di volerlo sognare, agire, realizzare, alla fine diviene sentimento, ed inizia
    cosi il sentimento dell’unità, unità che parte dall’unita “maschile” e “femminile”…….
    Questo genere di unità (maschile e femminile) fa parte anche di una certa scienza della comprensione
    tridimensionale della materia e dell’universo materico………

    Un caro saluto
    Pierluigi Scabini

    1. Pierluigi Scabini

      Grazie,
      l’armonia tra uomo e donna ancora “sà da fare”….
      🙂 🙂 🙂 🙂
      Ciao

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